Ricostruire.
Pensavo ad una parola che potesse descrivere questi mesi di Tour estivo, e mi è venuta in mente questa.
Perché ricostruire non è mai una cosa semplice.
Richiede impegno.
Dedizione.
Richiede crederci anche quando ti sembra non abbia più senso.
E il senso di questo Supernova Tour credo sia stato proprio questo.
30 date.
30.
Ogni tanto ci penso e mi chiedo dove Marco abbia trovato le forze per fare T R E N T A date, da 2h/2h30 l’una, per mesi senza fermarsi mai.
30 date, di cui 10 in Sardegna (11 se pensiamo all’ultima che manca a cui non voglio pensare perché non so se ci sarò grazie ciao).
E io queste 10 date me le ricordo tutte.
Ogni istante di ogni concerto.
Ci sono cose che mi porto nel cuore in modo speciale.
Ci sono cose che si aggiungono ad una lista infinita di ricordi che custodisco gelosamente da 16 anni a questa parte.
10 date dopo 4 anni.
Io non lo so se qualcuno ci avrebbe mai pensato, che dopo l’annuncio della data di Villasor ne avremmo avute altre 9 noi e altre 29 Marco.
Però so che, ancora una volta, la sensazione è stata quella di tornare a casa e ritrovarci. E, ancora, ricostruire.
Ritrovarci di nuovo insieme dopo 4 anni è stato magico e speciale. È stato come rivedersi dopo infinito tempo ma allo stesso tempo è stato come non esserci lasciati mai. E alla fine poi il punto è proprio questo, il punto è che la distanza non separa mai le persone che si amano e tra noi c’è così tanto amore che non ci sono né chilometri né tempo che possano dividerci davvero.
A Gonnesa, prima di cantare Sempre, Marco ha detto che nei periodi più bui lo abbiamo preso per mano e lo abbiamo tirato su, senza farlo cadere mai.
E questa cosa mi fa allo stesso tempo sorridere ed emozionare ogni volta che ci penso.
Perché Marco non avrà mai idea di quante volte io mi sia sentita presa per mano dalla sua arte. Dalla sua musica. Dal suo essere la persona che è.
Quante volte, anche solo in queste ultime 10 date, quelle 2h di concerto abbiano rimesso insieme pezzi che non trovavano posto. Anche solo per 2h.
Io non so mai bene che dire, se non grazie.
E quindi mi sento di farlo, anche questa volta.
Grazie per averci riportato sotto quel palco che può cambiare aspetto ma mai significato.
Grazie per non esserti risparmiato mai, neanche quando la voce si rompeva dall’emozione.
Grazie ancora di più perché ti sei concesso di mostrare al mondo quelle emozioni ed è stato bellissimo.
Grazie a Marco. Non a Marco Carta l’artista, ma a Marco il ragazzo, l’uomo, la persona.
Grazie ai tuoi occhi che parlano.
Grazie alla tua passione.
Grazie per il cuore che ci metti. Sempre.
Grazie per aver creato questa famiglia di esauriti (ma d’altronde ognuno ha i fan che si merita!).
E grazie, soprattutto, perché tutto questo ha significato ritrovare anche la mia Famiglia.
Le mie persone.
E io, di quest’estate con voi, mi porto dietro tutto.
Mi porto dietro la porta di casa di Dani sempre aperta per me e il suo aspettarmi fino alle 2 del mattino all’aeroporto, con il mio aereo in ritardo di 4h. Mi porto dietro tutti i suoi “mangia ancora un po’ che poi a Milano queste cose non te le cucini”, tutte le nostre mattinate al mare e tutte le volte che ci siamo strette forte la mano e ci siamo guardate e abbiamo riso nei momenti che sappiamo noi.
Mi porto dietro la risata di Valentina, che nessuno potrebbe perdersi mai. Ma me la porto dietro in modo speciale perché, per me, sa di casa. Mi porto dietro tutti i suoi “ce non ci posso credere” e tutti suoi “ce ma veramente abbiamo un altro concerto”.
Mi porto dietro Gino per tutte le cose fatte insieme, anche quest’anno. Per tutti i giri in macchina, per tutte le cazzate, per tutti gli “SPRINTZ”, per i capelli biondo scema e per quella volta che, come un pazzo, mi ha comprato un biglietto aereo.
E mi porto dietro Marta. Per tutte le volte in cui appena scattata una foto non vede subito l’ora di condividerla con me. Per tutte le volte che ci siamo strette forte. Per tutte le volte che “lo so per certo amica, mi son voltata anche io”.
Mi porto dietro tutte le persone che hanno reso speciale quest’estate e che hanno assecondato tutte le nostre follie.
E io spero sempre che Marco si renda conto che quello che ha creato in questi 16 anni non ha limiti né confini. Non ha precedenti. Non è scontato. Non è per tutti né da tutti.
Grazie. Per aver sempre fatto tutto con le tue mani. Anche a costo di farti male.
Perché hai creato tanto di quel bene che non hai idea.
Perché gioire per te di questi mesi di piazze piene sarà per sempre una cosa bellissima.
Dico sempre che nessun posto è come casa, e casa per me, per noi, sarà sempre ovunque ci sarai tu.
Ora ci aspetta un altro capitolo. Una nuova avventura.
E siamo pronti a vederti prendere tutto ciò che desideri.
E tutto ciò che ti meriti.
Con affetto,
Sempre.
Giulia.