sabato 18 aprile 2009

Carta canta, «La mia forza è la mia famiglia»


Grande attesa per la tappa fiorentina del suo tour. «La mia famiglia? Mamma De Filippi, e gli zii Pausini»

A volte si vive la vita così di corsa, così intensamente, da avere l’impressione che le cifre scritte sulla carta di iden­tità non ti assomiglino più. Lo dimostra anche quando canta, con quella voce bassa e ricca di «graffi» nel timbro. Ma soprattutto quando par­la: Marco Carta non sembra proprio un ventitreenne alle prime armi ma un artista con­sumato dal tempo. In un an­no ha trionfato in televisione con Amici e poi a Sanremo. Oggi ringrazia i fan che lo hanno sostenuto: «Questo se­condo disco, La forza mia, è per loro, è una dedica, per tut­to l’affetto e la vicinanza che mi hanno dimostrato». Inci­de una canzone per fare «un esame di coscienza» (Prima di te). E parla di amori e dolo­ri tormentati e finiti col tono di chi ha una pesante espe­rienza emotiva da sciogliere nei ricordi (Vorrei tenerti qui). Eppure «no, non penso di avere una particolare matu­rità, né di stare bruciando le tappe della mia crescita emo­zionale – racconta – forse se si ascolta una o due canzoni, si può avere l’impressione che siano brani troppo “adulti”, ma il disco, nella sua interezza, è quello di un venti­treenne, spensierato».

IL CONCERTO AL MANDELA - Il 24 maggio sarà al Mande­la Forum di Firenze in concer­to con il suo doppio disco d’oro La forza mia. E la sua forza proviene tutta «dalla gente che me la dà, il loro amore e l’accoglienza incredi­bile che ha avuto il mio pri­mo album: che il secondo fos­se tutto per loro è stato sem­pre il mio primo pensiero». L’altra faccia di Marco Car­ta lo riporta invece all’infan­zia, a quella famiglia che la sorte gli ha sottratto quando era troppo piccolo. Maria De Filippi è vista come una figu­ra materna che lo ha seguito in tutto il processo di cresci­ta: «È stata ed è una figura molto importante, la sua pre­senza l’ultima sera all’Ariston è stata come la chiusura di un cerchio, psicologicamente ed emotivamente è indispensa­bile per me, mi ha dato tanta forza, un grande aiuto mora­le, le bastava anche solo uno sguardo». E poi c’è la «fami­glia » Pausini, che lui chiama «gli zii». Il padre di Laura, Fabrizio Pausini, è pre­sente nei cori del brano Resta con me. Anche la stessa Laura capitava spesso nel suo stu­dio di registrazione, mentre incideva, per sostenerlo. E poi c’è la figura fonda­mentale di Paolo Carta, non parente ma solo omonimo, nonché chitarrista e fidanza­to della celebre cantante, produttore artistico de La forza mia. «Eh sì, sono co­me degli zii – sorride Marco – Una famiglia normalissi­ma, molto più di quanto si possa pensare, prodighi di consigli, mi hanno dato tan­to, ma quello che loro signifi­cano per me non lo posso raccontare, me lo tengo den­tro come un segreto». Certo è che «è nata da subito un’al­chimia incredibile, una com­patibilità reciproca inaspet­tata, soprattutto con Paolo perché siamo entrambi dei gran giocherelloni».

IL SOGNO REALIZZATO - Ripensa all’infanzia, agli inizi, ai sogni. «Dentro di me convivevano un grande desi­derio di esplorare il mondo della musica e la consapevo­lezza che non si potesse mai avverare questo sogno, nono­stante la grande fiducia e la mia proverbiale testardaggi­ne ». Gli anni della crescita so­no stati «anni difficili, per­ché ho avuto meno agi degli altri ragazzi, ma quello che ho fatto è la dimostrazione che se ti ci metti d’impegno, nulla è impossibile». Ora è un big. Non lo dice solo il palco di Sanremo. Lo dicono le vendite e i ricono­scimenti dei colleghi. «Sì, certo, ci sarà sicuramente qualcuno che sparla alle mie spalle, ma nessuno lo ha an­cora fatto davanti ai miei oc­chi ». Occhi che invece han­no incontrato «la solidarie­tà, la stima, i consigli di mol­ti colleghi più esperti, come Pupo, Paolo Belli, la stessa Laura Pausini, e poi Michele Zarrillo che mi ha pure det­to “sei il futuro potenziale rappresentante dell’Italia della musica”». Nel mezzo c’è stato Amici. A Sanremo c’era anche la li­vornese Karima, sempre del­la scuderia di Maria De Filip­pi, ma solo Marco Carta è sta­to subito preso tra i big, «sal­tando » la gavetta da «nuove promesse». Disparità che hanno ovvia­mente creato malumori, dis­sapori, polemiche. «Non gli rispondo neanche – taglia cor­to il vincitore del Festival – parlano i fatti al posto mio». Ora c’è solo da guardare al futuro. E anche se «non mi ispiro a nessuno, non ho mo­delli », Marco ha chiaro in mente cosa vuole fare e quali sono i suoi punti di riferimen­to: «In Italia Alex Baroni, al­l’estero Michael Bolton». E infine un desiderio di cambiamento, finora solo nel cassetto: «Mi piacerebbe but­tarmi nel pop-rock, ma è pre­sto, per adesso va bene così».

Edoardo Semmola

fonte http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/spettacoli/2009/17-aprile-2009/carta-canta-la-mia-forza-mia-famiglia--1501196483599.shtml

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