
Basta poco per fare un
programma giovanilista a basso costo, ma centrato nella mission di rete. Così
Deejay Tv dà una bella lezione a Italia2, piena di autoproduzioni inutili e mal
valorizzate, a RaiDue (che incastrava Scalo76 tra Guardì e la D’Eusanio) ma,
soprattutto, a Mtv di cui la rete del Gruppo Espresso è la vera erede
tele-musicale.
Occupy Deejay, sul
canale 9 del digitale terrestre ogni giorno dalle 15.30 alle 17.00 (e in
diretta streaming online), altro non è che il vecchio Select (ben) rimodulato
in chiave social. Ogni giorno i conduttori invitano un ospite musicale che
interagisce con il pubblico tramite Facebook e Skype, senza alcun intoppo
tecnico. Il tutto in uno studio a gradini che ricorda un videogioco, un ledwall
gigante al centro circondato da piccoli monitor, ai lati, che riproducono un
flusso di immagini colorate e un’infografica molto street style.
Quel che convince è
che qui nessuno dice Boh, ma - pur con gli scarsi mezzi a disposizione - si
rimbocca le mani per una diretta agile e a misura di nativi digitali. Un plauso
va ai due giovani e stilosi conduttori, Wintana e Andres Diamond, che si
pongono in maniera naturale e senza sovrastrutture, ma comunque professionale.
Mentana direbbe che fanno gli attor-giovani. Anche se ricordano i vecchi vj,
però, si prendono meno sul serio, consapevoli di occuparsi di clubbing e chart
in una tv di nicchia.
Per un tocco di
mass market ospite della puntata di oggi era Marco Carta, in promozione con il
suo primo greatest hits. Il cantante era visibilmente a proprio agio e, oltre a
parlare del disco, ha anche commentato a modo suo alcune soft-news.
Quanto al calo di
iscrizioni nelle università ha, ad esempio, esposto sinceramente il suo punto
di vista:
“Se non avessi fatto il cantante, visto che in famiglia son
tutti parrucchieri da me, sicuramente avrei seguito le orme. Oggi l’università
costa. E’ più difficile iscriversi. Una persona deve scegliere o uno o l’altro.
Con questa situazione economica è veramente difficile. Io ho rischiato, non
avevo una lira. Però credevo molto in questa cosa, mi è andata bene. I fatti si
sono avverati, sono andati molto al di là delle aspettative. Bisogna crederci e
insistere, sfruttare le situazioni giuste, avere sicuramente fortuna. Oggi
quando vedo questo cofanetto sono cinque album. Tornando indietro non avrei
potuto immaginare di fare una raccolta di tutti i successi”.
Insomma, abbiamo assistito a un ottimo compromesso tra il
Carta musicale e televisivo - dal sorriso contagioso - e il Marco ragazzo
qualunque, rimasto coi piedi per terra:
“All’inizio me la prendevo tanto per le critiche su Internet,
oggi riconosco che posso non piacere a tantissime persone, evidentemente c’è
qualcosa che non va in me. Per fortuna ho 27 anni, quindi c’è tutto il tempo
per migliorare e succederà”.
Marco ha anche raccontato un aneddoto sulla registrazione del
suo ultimo videoclip a Hollywood:
“Quasi mi vergogno di parlare l’inglese proprio a un livello basico. Volevo
spiegarmi da solo almeno una volta, così mi sono avventurato in giro da solo
senza nessuno che mi potesse tradurre. Ho mangiato da Mc Donald, ho chiesto, ho
leggermente parlato con delle persone. Ho camminato tanto a piedi, dall’ora di
pranzo fino quasi all’ora di cena”.
Quando gli chiedono se vorrebbe avere successo in America
risponde:
“Perché no. Sognare è gratis. Adesso è uscito un singolo in
Spagna, già in rotazione nei network. Per loro è la seconda lingua”.
Alla fine, non di
soli serali vive un Amico di Maria.
FONTE:http://www.tvblog.it/post/157197/occupy-deejay-ospite-marco-carta