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Settembre 2018. 23.38. Sassari
Trovo assolutamente
ironico ma a tratti anche pazzesco ritrovarmi a scrivere l’ultimo resoconto di
questo tour esattamente durante l’ultima sera che passerò a casa mia, in
Sardegna, tra le mie cose e persone, prima di tornare a Milano (inserire qui
sospiro soffocato espresso dallo stesso Marco domenica).
Trovo ancora
più assurdo il mio stato d’animo, nel farlo. Un misto di rabbia, per alcune
cose poco piacevoli accadute ma che ho deciso non meritino neanche un ulteriore
secondo da parte mia e nostra; rifiuto, perché una parte di me (facciamo anche
la più grande) non riesce davvero ad accettare che questa avventura pazzesca
sia giunta realmente al termine. Ma anche emozione, un sacco, tantissima,
infinita e immensa emozione, perché mi sento fortunata di aver avuto la
possibilità e l’occasione di vivere tutto in maniera così intensa, viva e
attiva.
E tutto questo
mi fa sorridere, perché un tale marasma di emozioni contrastanti è davvero
molto da me, ma so che quando riguarda te sono sempre le cose positive a
prevalere, e già questo mi basta.
Per questo ho
deciso e mi sono imposta di ricordare la giornata di domenica solo per le cose
positive, nel tentativo di tralasciare e dimenticare quelle che mi hanno fatto
storcere il naso e, soprattutto, quelle che mi hanno fatto proprio schifo.
Voglio ricordare
l’attesa solo per averla condivisa (più morti che vivi, ma comunque condivisa)
con le mie persone. Per i sorrisi pieni e sinceri che mi sono stati rivolti,
per quel paio d’ore spese ad imbustare coriandoli e gonfiare palloncini che ci
hanno fatto davvero sentire aria di festa e di concerto. La voglio ricordare
per la partecipazione che ho visto e sentito da parte di tutti, per tutti
coloro che non vedevano l’ora di ricevere la propria bustina di policolor, di
coriandoli, il proprio contenitore di bolle e il proprio sparacoriandolo. La voglio
ricordare per gli occhi emozionati di chi c’è stato fino in fondo, e quegli
occhi li ho sentiti speciali e senza età. Voglio ricordare le foto stupide, con
le facce strane davvero che se le riguardo ora mi chiedo da quale dannato
pianeta proveniamo per essere così stupidi. Per me e Gino che ci rendiamo conto
di essere vestiti uguali senza neanche esserci messi d’accordo, per me e Marta
che condividiamo la stessa borsetta rosa appesa alla transenna ormai da quasi 4
mesi in queste occasioni, tanto da diventare una cosa scontata, per me e Vale
che ancora dopo 10 anni non ci siamo stancate di scoprire cose nuove l’una dell’altra.
Per Daniela sulla sua immancabile seggiolina e per “Giù la vuoi una birra?”.
Marta Porru Photographer |
La porto nel cuore per la band che arriva sempre sorridente, anche se devastata da un viaggio infinito e da 25 scali. Perché davvero ormai anche loro fanno parte pienamente di tutto questo (inserisci qui “con la speranza che sia così anche in futuro”).
E mi fa
sorridere. Mi fa sorridere realizzare quante cose siano cambiate in questi mesi
di tour. Quanto non solo il concerto in sé sia cambiato, ma quanto siamo
cambiati anche noi stessi e forse un po’ anche Marco. Mi fa sorridere la
consapevolezza che questo tour avrà sempre un posto davvero speciale nel mio cuore
e che ora ci sono un sacco di cose in più che mi ricorderanno questi mesi.
Non potrò più
leggere di un evento Holi Color senza pensare a Il cuore muove, alle maschere
da mare, a Giorgia e alle pecorelle e a Marco che saltella per tutto il palco
spargendo la polverina addosso a tutta la band e su sé stesso.
Non riuscirò più
a partecipare ad una laurea senza pensare che tanto nessuno sarà mai in grado
di trovare il momento giusto per sparare uno sparacoriandoli come Gino.
Pimpilandia e
i negozi di regali mi faranno sempre pensare a me che giro con un sacco di
coriandoli da 10 kg sulla schiena, tipo Babbo Natale.
So che non
sarà più in grado di guardare foto di un concerto senza pensare “vabbè, Marta l’avrebbe
fatta meglio”.
Penso di aver
dimenticato il ritmo di alcune canzoni, di cui ormai ricordo solo le variazioni
live.
Di sicuro non
dimenticherò ogni volta che ho visto Marco felice e soddisfatto, orgoglioso e
desideroso di stare sul palco per altri 10 minuti. Di ogni volta che mi sono
ritrovata in una sua dedica, e non per egocentrismo ma semplicemente perché mi
sono rispecchiata nel suo tentativo di ripercorrere questi 10 assurdi in anni
in poche parole. Perché mi ritrovo nella sua necessità di dire grazie.
Marta Porru Photographer |
Se c’è
qualcosa che Serdiana ha confermato, è che sarò sempre in grado di godermi ogni
minuto di ogni concerto anche quando il contesto intorno non sarà dei migliori.
Che sarò sempre in grado di estraniarmi dal resto del mondo e godermi ogni
attimo di felicità che avrò la possibilità di vivere.
Sono così
orgogliosa di tutte le cose che mi e ci portiamo dentro, da questo tour. E mi
fa strano ma allo stesso tempo mi fa sorridere il cuore l’idea che quando qualcuno
mi chiederà “cos’hai fatto quest’estate?”, io potrò rispondere “ho lavorato e
sono andata in tour”. Come se questo tour fosse, effettivamente, anche un po’
mio. Come lo sono tutte le cose che riguardano Marco da 10 anni a questa parte.
Come lo sono tutte le cose che abbiamo condiviso, un po’ per il nostro sentirci
così profondamente legati a lui, un po’ per la sua capacità incredibile di
creare questo rapporto con le persone, di farle sentire partecipi intensamente
anche delle cose che non le riguardano realmente in prima persona. E questo
sarà sempre ciò che distinguerà Marco da ogni altro artista che abbia mai
visto, sentito, ascoltato.
E per questo
ti dico grazie, Marco. Perché hai trasformato la tua passione nella nostra. Perché
da piccolo, mentre soffiavi le candeline ed esprimevi un desiderio, speravi di
cantare per tutta la vita, e oggi noi non desideriamo altro per te.
Grazie per
ogni sorriso sincero che ci hai rivolto. Per ogni volta in cui ti sei
emozionato con noi. Per ogni volta in cui ti sei sporto fuori dal palco, come per
esserci più vicino. Per aver assecondato ogni cosa che ti abbiamo portato
davanti, mai per circostanza ma sempre con grande orgoglio nel dire “questi
sono molesti”, “questa è la mia fan base”.
Marta Porru Photographer |
E credo che
non saprai mai quanto siamo orgogliosi di essere davvero la tua fan base. E sì,
infondo siamo anche un po’ orgogliosi di essere molesti, perché anche questo ci
rende incredibilmente tali e quali (mica ce lo dimentichiamo che hai incendiato
il divano di casa, o che quest’estate hai mandato i bambini a fare i gavettoni
agli sconosciuti!).
Mi sembra
incredibile pensare che questo tour sia finito, al punto che quando domenica
chiedevi “volete che incida cose nuove o no?”, per un attimo ci ho davvero
dovuto pensare!
Ma sono, soprattutto,
incredibilmente orgogliosa di tutto ciò che verrà nel futuro, perché so che
sarà immenso. Perché so che sarà tuo, e va bene così.
Grazie per
essere sempre la destinazione di un viaggio che non finisce mai.
Grazie, anche
questa volta, per avermi regalato delle persone meravigliose che oggi ho la
fortuna di chiamare amici.
Grazie per
ogni volta in cui mi sono sentita parte del tuo mondo.
Grazie per
ogni spettacolo, per ogni nota, per ogni volta che ti batteva il cuore e i tuoi
occhi non potevano nasconderlo.
Grazie, soprattutto,
per ogni volta in cui hai fatto battere il mio, di cuore.
Mi porto
dietro e dentro ogni km percorso con orgoglio. Ogni risata rumorosa che le
persone intorno a me mi hanno tirato fuori. Ogni urlo svociato che ritrovo nei
video di Andre mentre Marta mi dice “quella sei tu Giulia, ormai le riconosco le
tue urla”. Ogni piccola lacrima versata. Per emozione e per orgoglio.
Grazie per la forza
che hai avuto, nello stare sul palco e fare il tuo al meglio anche quando sembrava
difficile riuscirci.
Domani torno a
Milano, con una casa da cercare e 180 nuove foto da appendere alle pareti. Ma soprattutto
con il cuore pieno, pienissimo di felicità.
Quella che
provi solo per le cose belle, vere e pure. Esattamente come sei tu e come siamo
noi.
Grazie, perché
so che la fine del viaggio non è mai davvero la fine, ma solo l’inizio di quello
successivo.
E mentre tu ti
prepari a tornare in sala d’incisione, noi già pensiamo al prossimo tour. E va
bene così, perché anche questa volta non abbiamo fretta, ma solo la consapevolezza
che ti prenderai tutto ciò che vuoi e che meriti.
Grazie. Per la
continua esplosione che fa un casino di rumore, ogni volta.
Marta Porru Photographer |
Giulia.
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