giovedì 7 giugno 2018

Il meglio sta arrivando anche per me !

Anche io, come  Marta e Giulia  non sarei dovuta essere a Pula e invece ci sono stata!
Ho prima prenotato il pullman organizzato da Daniela  poi l'ho disdetto , perché avevamo organizzato una doppia festa di Cresima per mio nipote Matteo a casa mia per dei  parenti che non sono potuti venire la settimana prima, mi sembrava brutto mancare. Devo dire che quando Daniela mi ha comunicato, solo qualche ora più tardi, che qualcuno avrebbe preso il mio posto, mi si è stretto un pochino il cuore ma, mi ripetevo "tanto lo rivedrai presto il 7 luglio ed il 15 agosto, non fare così questo sarà un lungo tour! ( vi piaccio quando quando cerco di autoconvincermi che perdermi una data non e poi cosi grave? ).

Nel frattempo   prendo il coraggio a quattro mani e decido di seguire il parere dello specialista che mi consiglia un' operazione   all'occhio destro (non so quando, ma toccherà anche a quello sinistro, ma pensiamo una cosa alla volta), quindi chiamo la clinica per fissare la data dell'intervento che sarà il 4 luglio. Mi viene il panico perché è tra pochissimo. Fortunatamente sono una ragazza estremamente razionale  è subito mi dico " Giorgia coraggio è da fare! Hai avuto subito l'impressione, dopo tanti buchi nell'acqua, di aver trovato lo specialista che ti può risolvere la situazione, quindi ora fai un respiro profondo e pensa a cosa c'è da fare su su!
Dopo essermi rilassata un attimo inizio ad avvisare parenti e amici che che mi avrebbero operato a breve. Quando lo dico a zia Greca  mi dice "ma allora domani vieni? Scusa eh il 7 non potrai esserci il 15 non lo sappiamo, domani vieni!." Avreste dovuto vedere la mia faccia:  panico totale!  Rispondo che avrei parlato con mio nipote e mia sorella e le avrei fatto sapere.... la sua riposta? tu  domani sei a Pula con me vedrai ! Altro piccolo momento di panico.... "Ma zia il mio posto è già stato occupato!"
"Tu parla prima con tua sorella poi chiama Dany che mi sembra abbia preso il pullman più grande e qualche posto ci sia ancora e se  non c'è troviamo una soluzione" tranquilla non rimani a casa !
Chiedo a mio nipote se gli dispiace che io manchi a questa festicciola e lui mi risponde "No zia vai tranquilla non c'è nessun problema poi quando torni dell'intervento ci facciamo una cena a base di sushi solo noi"
Contatto Daniela, il posto c'è ! Mi metto d'accordo con Letizia, mia vicina di casa, per andare insieme ad Assemini dove ci aspetta il Cartabus e via liberaaaa! Aveva ragione zia Greca ci vado sul serio!


Ci sono tante piccole grandi cose che mi porterò nel cuore da questo concerto:
Innanzitutto una gioia inaspettata di esserci e poi ...
Mario che mi abbraccia e mi chiama "la mia Pisita" e insieme a Sandro mi portano su e giù dal pullman (Santi uomini);
l'abbraccio con Valeria i suoi occhietti felici mentre mi dice "Pensavo non ci fossi che bello!" La nostra chiacchierata durante il viaggio, lei che mi rassicura riguardo l'intervento e la nostra perenne voglia di sushi;
l'abbraccio con Saim che mi saluta dicendo "Ma ciao Pisitaaaaa" con il suo spledido sorriso;
l'autista che ci fa scendere 2 km prima della piazza forse di piú e noi che chiediamo informazioni a chiunque passi perché non sappiamo dove andare con tanto di borse, borsette e giacche da portarci dietro  tra risate isteriche, i "ma dove cacchio dobbiamo andare?!", i " ci facciamo rendere i soldi della metà della corsa e " dammi quella borsa che te la porto io "
Il #WorldPapeper non lo ferma niente e nessuno!

MA SOPRATTUTTO MI PORTERÒ NEL CUORE TE MARCO:
La tua gioia nel vederci ancora tutti li per te e volerci fotografare per avere un ricordo della serata;
le tue battute, qualcuno dal pubblico che ti "da corda" (credo di conoscere bene) e la tua risata;
te che non ti scordi neanche di chi non ha potuto essere presente e "costringi" Carlotta a fare qualche diretta;

te che  non riesci a stare troppo lontano da noi e salti da una cassa all'altra per avvicinarti il più possibile alla transenna;
te che  oltrepassi più volte  la transenna per avere un contatto diretto con il tuo amato #WorldPaper;
te che ti avvicini a noi disabili e mi stringi inaspettatamente la mano mentre canto a squarciagola Il Cuore Muove;

tu che ti avvicini una seconda volta a noi e ti siedi sulle gambe di Michela e canti insieme a lei un pezzetto di Finiremo per volerci bene, ti avvicini ad un altra ragazza e scattano un tenerissimo abbraccio e bacino a stampo.





































Conserverò nel mio cuore tutti questi tuoi piccoli ma significativi gesti , la purezza e la spontaneità con i  quali sono stati compiuti "perché è senza le armature che si va lontano"'
Ma è il discorso che tu hai fatto per introdurre Il Meglio Sta Arrivando che voglio custodire in paticolar modo nel mio cuore, lo stupore che ho provate nel sentir scendere sul mio viso delle lacrime, perché sono tra quelle persone che crede fortemente che il  meglio sta arrivando anche per me stessa! Sono tra quelle persone a cui questa canzone ha fatto bene e farà bene!
Alla prossima spero che sia il 15 agosto e mi auguro di vedervi tutti un po' meglio !

GIORGIA

Foto Marta Porru e video Andrea Rokyblade

martedì 5 giugno 2018

L'impossibile che diventa possibile


5 Giugno 2018. 15.30. Sassari

Ho avuto bisogno di qualche giorno in più del solito per riuscire a mettermi davanti al pc e buttare giù due parole. Per tanti motivi (tra cui lavoro e ore di sonno da recuperare), ma sopra ogni cosa sicuramente per l’incapacità, da parte mia, di realizzare che sì, a Pula il 2 Giugno ci sono stata.
La mia relazione con questa data, con questo posto, è stata particolarmente complessa, fin dal principio. Pula doveva essere il mio regalo di compleanno più grande, il 2 Maggio, e invece è stato un viaggio in macchina fino ad Oristano con Marta, un pranzo al ristorante giapponese, una giornata passata davanti al telefono con la speranza di ricevere qualche buona notizia, che alla fine non abbiamo ricevuto.

Io non so, esattamente, cosa sia successo. Non so chi, da lassù, abbia deciso che ci dovessi essere.
Quando è stata annunciata la data del 2 Giugno mi sembrò di ricevere un pugno in faccia, per la consapevolezza che sì, sarei stata in Sardegna, ma no, non sarei stata al concerto. Per il lavoro, che mi avrebbe impegnata 1,2,3 Giugno dalle 8 alle 22, e per il mio senso di responsabilità, che non mi avrebbe permesso di fare richieste che sapevo sarebbe state inaccettabili.

Ho trascorso l’ultimo mese tra la felicità e la tristezza. Felicità, perché comunque poter essere a Cabras mi sembrava già un regalo incredibile e senza prezzo, tristezza, perché sapevo che perdendomi Pula mi sarei persa qualcosa di gigante.

Io sinceramente non lo so dove abbia trovato il coraggio di chiedere di poter fuggire via alle 7, Sabato. Chi mi conosce bene sa quanto rispetto abbia per chiunque mi proponga un lavoro e per il lavoro in sé, quindi ecco..davvero non so come abbia fatto. So solo che quando alle 18.40 mi hanno guardato negli occhi e mi hanno detto “vai e divertiti”, qualunque altra cosa ha perso senso.

Non ricordo neanche come abbiamo fatto a raggiungere Oristano in poco più di un’ora, ricordo solo i messaggi di Marta, Martina, Gino e Valentina, e la chiamata di Dani che mi diceva “sì però vai piano”, pur sapendo che tanto non sarebbe successo.

Ricordo solo il momento in cui sono salita in macchina di Marta, ci siamo guardate e siamo scoppiato a ridere, perché entrambe lì, quel giorno, a fare quella strada, non ci dovevamo essere. E invece lo stavamo facendo davvero.

Se c’è, però, qualcosa che non dimenticherò mai è la sensazione di pienezza che ho provato nell’arrivare in una piazza già colma di gente, ritrovare i nostri posti (perché sì, quelli sono i nostri posti ormai), grazie a persone che non hanno neanche il bisogno di essere nominate, e le stesse persone di sempre. Anzi, molto di più, perché Simona e Valeria lì accanto hanno senza dubbio aggiunto ancora più valore ad una giornata già di per sé pienissima.

La sensazione di essere tornata, ancora una volta, a casa.
La consapevolezza però, che questa volta, sia stato qualcosa di enormemente più grande di me. Di quanto mai avrei potuto anche solo immaginare.
I sorrisi di tutte le persone stupite forse quanto me di vedermi lì, ma allo stesso tempo tutti i “lo sapevo che ce l’avresti fatta” mi hanno fatto stringere il cuore.
E vi ringrazio, per tutti gli abbracci sinceri e i sorrisi a mille denti.
Oggi so di poter dire con certezza che se mi fossi persa questa data, mi sarebbe mancato qualcosa.

Marta Porru Photographer
Non so cosa sia stato. Se il fatto di essere vicinissimo a casa, se il fatto di avere gran parte della sua famiglia lì davanti, se il fatto che davanti a lui ci fossero anche tutti quei ragazzi che ormai conosce per nome e che hanno senza dubbio reso la serata ancora più speciale.
So solo che è stato immenso.

So solo che ogni data sembra migliore di quella precedente e questo ha in sé già qualcosa di indescrivibile, perchè ad oggi non so mai cosa aspettarmi per la data successiva.
Perché davvero, come si fa a battere questo concerto? Io non riesco sinceramente neanche ad immaginarlo.

So solo che quest’anno c’è un’aria infinitamente speciale.
So solo che quest’anno Marco ha qualcosa in più. Nella voce e nei sorrisi. Nelle emozioni che traspaiono dai suoi occhi. Nell’incredulità di ogni volta in cui si rende conto che tutta quella gente è davvero lì per lui. Nella semplicità con cui scende dal palco per abbracciare qualcuno, sorridere, toccarci la mano. Quella cosa che qualcuno chiama incoscienza ma che per noi è quasi normalità. Una normalità dettata dal fatto che Marco ormai ci conosce talmente bene e si fida di noi talmente tanto, da sapere con certezza che non faremmo mai niente per ferirlo o infastidirlo, pur avendolo a mezzo metro di distanza.

Ho visto grandi artisti ringraziare i propri fan ma tenere sempre una distanza di sicurezza quasi imbarazzante.

E poi vedo Marco, che ormai sembra non trovare più parole per ringraziarci e allora ci stringe le mani per davvero. Ed è in questi momenti, nei momenti in cui mi rendo conto che non trova le parole, che vorrei che invece sapesse che se c’è qualcuno che deve ringraziare, quel qualcuno siamo sempre e solo noi.
Ma forse l’ironia sta anche qui, nella consapevolezza che anche in questo siamo così simili. Così alla ricerca di nuove parole e modi per ringraziarci a vicenda. Tali e quali, come dici tu, anche in questo.
Tali e quali anche nelle piccole/grandi pazzie di ogni volta. Nella battaglia di coriandoli che facciamo perché ci diverte ma anche perché sappiamo che renderà te felice.
Nella consapevolezza, reciproca, che ormai ogni concerto non è mai solo un concerto ma una festa, ogni volta sempre più grande.

Da questo concerto mi sono portata a casa risate da mal di pancia.
Da “Marco ti amo” “ADRIANA?”
A “Marco la sciarpa”
A “Bella la signora con la corona e il cartello Proprietà privata, molto particolare” “Veramente sono un uomo”
A “Le canzoni le devo ascoltare per forza perché altrimenti non mi ricordo le parole”
A “Testimoni..di Geova” “Di Genova”.

Ma mi porto a casa anche una felicità talmente grande da non aver saputo come trattenere le lacrime. Perché Finiremo per volerci bene, dopo una giornata del genere, dopo la corsa contro il tempo e contro il mondo, mi ha fatto davvero realizzare di essere arrivata sotto quel palco, anche quando sembrava impossibile. Perché gli abbracci con Michela e Francesca non li dimenticherò mai. Perché Ti ricontrerò dedicata “ad una persona che non vedo ma so per certo sia in prima fila” mi ha fatto esplodere il cuore, come ogni volta ma forse questa volta un po’ di più.

Marta Porru Photographer
Ho pensato che aspettare qualche giorno prima di mettermi a scrivere mi avrebbe aiutata. Ora penso che niente al mondo potrebbe realmente aiutarmi a realizzare di cosa sono stata protagonista.
Seduta sul divano di Marta, mentre lei modifica e pubblica le foto, mi rendo conto che ci sono stati troppi dettagli, a volte piccoli, ma sempre fondamentali, che hanno contribuito a rendere ogni cosa assolutamente perfetta.

Vorrei che i detrattori di Marco facessero un giro durante questo tour, perché so che cambierebbero idea.
Vorrei che tutti quelli che lo hanno sempre accusato di tirarsela, restassero fino alla fine per vedere la spontaneità con cui puntualmente scende dal palco per scattare foto e firmare autografi (e a Pula lo ha fatto per circa 1 ora).
Vorrei che chi non capisce il legame che ci unisce potesse, per un giorno, vivere un concerto con i miei e nostri occhi. Perché so che se potessero farlo, si renderebbero conto dell’immensità che noi abbiamo la fortuna di vivere ogni giorno.

Mi capita spesso, durante le interviste, di sentire “Marco Carta, che è rimasto sempre lo stesso”. E io vorrei poter dire che no, non è vero.

Marco Carta non è affatto rimasto lo stesso.
Marco Carta è tutta un’altra persona.
Marco Carta è più consapevole.
Marco Carta si è liberato di pesi immensi.
Marco Carta si è alleggerito il cuore e ha imparato ad amare senza restrizioni.
Marco Carta ha imparato non solo a conoscere il prossimo, ma soprattutto a conoscere sé stesso e ad apprezzarsi.
Marco Carta ha imparato a non avere più paura di sé e delle sue possibilità.
Marco Carta ha imparato ad apprezzarsi.
Marco Carta ha imparato a dire no, a voce alta quando serve.

Ma ciò in cui è, invece, sempre rimasto lo stesso, è il modo in cui si approccia al successo. Con la stessa aria incredula. Con gli stessi occhi infinitamente grati, ma oggi più consapevoli. Con gli stessi sorrisi sinceri, ma oggi più profondi.

Ricorderò sempre Pula come il giorno in cui l’impossibile è diventato possibile. Come il giorno in cui, mentre Marco cantava La destinazione siamo noi, io e Marta non abbiamo potuto fare a meno di guardarci e sorridere, perché sì: il 2 Giugno la destinazione siamo state noi.

La ricorderò come la notte in cui ho dormito 2 ore e mezza, per poi rimettermi in macchina alle 6.30 del mattino per essere di nuovo a lavoro alle 8, ma nonostante tutto felice.

Ricorderò il 2 giugno come il giorno in cui ho festeggiato il mio compleanno e, anche se con un mese di ritardo, è stato assolutamente perfetto.

Lo ricorderò come uno dei giorni più felici di cui abbia il ricordo. Il giorno in cui sarei potuta essere infinitamente triste e invece ho avuto il cuore e gli occhi pieni.

Lo ricorderò come un giorno in cui, ancora una volta, sono rimasta a bocca aperta.

E lo ricorderò anche come il momento in cui, quando il concerto è finito, ho detto “non vedo l’ora che sia il 7 luglio”.

E non vedo l’ora che anche Martina possa essere in mezzo a noi e poi assistere dal vivo a questo spettacolo.

Domani torno a Milano, con un po’ di tristezza ma anche tantissima felicità e gratitudine.

Marta Porru Photographer

Sabato notte hai scritto:

"Vi sarò debitore per sempre.
Non servono e non esistono altre parole.
Ho gli occhi lucidi almeno quanto la mia mente nello scrivere queste due righe."


Oggi, io ti scrivo questo:

"Qualsiasi parola in più, oggi, sarebbe superflua.
Qualsiasi grazie inutile.
Sono fiera di te, di noi, di ciò che sei e siamo.
Sono ancora più fiera ed emozionata per tutto ciò che il futuro ci regalerà.
Consapevole che, anche se non vorrà regalarci niente, noi ce lo andremo a prendere.
Con la stessa forza di sempre, ma più agguerriti che mai"

Sempre e per sempre,
Giulia.