martedì 11 settembre 2018

Un inizio che non ha mai fine

11 Settembre 2018. 23.38. Sassari


Trovo assolutamente ironico ma a tratti anche pazzesco ritrovarmi a scrivere l’ultimo resoconto di questo tour esattamente durante l’ultima sera che passerò a casa mia, in Sardegna, tra le mie cose e persone, prima di tornare a Milano (inserire qui sospiro soffocato espresso dallo stesso Marco domenica).

Trovo ancora più assurdo il mio stato d’animo, nel farlo. Un misto di rabbia, per alcune cose poco piacevoli accadute ma che ho deciso non meritino neanche un ulteriore secondo da parte mia e nostra; rifiuto, perché una parte di me (facciamo anche la più grande) non riesce davvero ad accettare che questa avventura pazzesca sia giunta realmente al termine. Ma anche emozione, un sacco, tantissima, infinita e immensa emozione, perché mi sento fortunata di aver avuto la possibilità e l’occasione di vivere tutto in maniera così intensa, viva e attiva.

E tutto questo mi fa sorridere, perché un tale marasma di emozioni contrastanti è davvero molto da me, ma so che quando riguarda te sono sempre le cose positive a prevalere, e già questo mi basta.
Per questo ho deciso e mi sono imposta di ricordare la giornata di domenica solo per le cose positive, nel tentativo di tralasciare e dimenticare quelle che mi hanno fatto storcere il naso e, soprattutto, quelle che mi hanno fatto proprio schifo.

Voglio ricordare l’attesa solo per averla condivisa (più morti che vivi, ma comunque condivisa) con le mie persone. Per i sorrisi pieni e sinceri che mi sono stati rivolti, per quel paio d’ore spese ad imbustare coriandoli e gonfiare palloncini che ci hanno fatto davvero sentire aria di festa e di concerto. La voglio ricordare per la partecipazione che ho visto e sentito da parte di tutti, per tutti coloro che non vedevano l’ora di ricevere la propria bustina di policolor, di coriandoli, il proprio contenitore di bolle e il proprio sparacoriandolo. La voglio ricordare per gli occhi emozionati di chi c’è stato fino in fondo, e quegli occhi li ho sentiti speciali e senza età. Voglio ricordare le foto stupide, con le facce strane davvero che se le riguardo ora mi chiedo da quale dannato pianeta proveniamo per essere così stupidi. Per me e Gino che ci rendiamo conto di essere vestiti uguali senza neanche esserci messi d’accordo, per me e Marta che condividiamo la stessa borsetta rosa appesa alla transenna ormai da quasi 4 mesi in queste occasioni, tanto da diventare una cosa scontata, per me e Vale che ancora dopo 10 anni non ci siamo stancate di scoprire cose nuove l’una dell’altra. Per Daniela sulla sua immancabile seggiolina e per “Giù la vuoi una birra?”.

Marta Porru Photographer

La porto nel cuore per la band che arriva sempre sorridente, anche se devastata da un viaggio infinito e da 25 scali. Perché davvero ormai anche loro fanno parte pienamente di tutto questo (inserisci qui “con la speranza che sia così anche in futuro”).
E mi fa sorridere. Mi fa sorridere realizzare quante cose siano cambiate in questi mesi di tour. Quanto non solo il concerto in sé sia cambiato, ma quanto siamo cambiati anche noi stessi e forse un po’ anche Marco. Mi fa sorridere la consapevolezza che questo tour avrà sempre un posto davvero speciale nel mio cuore e che ora ci sono un sacco di cose in più che mi ricorderanno questi mesi.
Non potrò più leggere di un evento Holi Color senza pensare a Il cuore muove, alle maschere da mare, a Giorgia e alle pecorelle e a Marco che saltella per tutto il palco spargendo la polverina addosso a tutta la band e su sé stesso.

Non riuscirò più a partecipare ad una laurea senza pensare che tanto nessuno sarà mai in grado di trovare il momento giusto per sparare uno sparacoriandoli come Gino.
Pimpilandia e i negozi di regali mi faranno sempre pensare a me che giro con un sacco di coriandoli da 10 kg sulla schiena, tipo Babbo Natale.
So che non sarà più in grado di guardare foto di un concerto senza pensare “vabbè, Marta l’avrebbe fatta meglio”.
Penso di aver dimenticato il ritmo di alcune canzoni, di cui ormai ricordo solo le variazioni live.
Di sicuro non dimenticherò ogni volta che ho visto Marco felice e soddisfatto, orgoglioso e desideroso di stare sul palco per altri 10 minuti. Di ogni volta che mi sono ritrovata in una sua dedica, e non per egocentrismo ma semplicemente perché mi sono rispecchiata nel suo tentativo di ripercorrere questi 10 assurdi in anni in poche parole. Perché mi ritrovo nella sua necessità di dire grazie.

Marta Porru Photographer

Se c’è qualcosa che Serdiana ha confermato, è che sarò sempre in grado di godermi ogni minuto di ogni concerto anche quando il contesto intorno non sarà dei migliori. Che sarò sempre in grado di estraniarmi dal resto del mondo e godermi ogni attimo di felicità che avrò la possibilità di vivere.
Sono così orgogliosa di tutte le cose che mi e ci portiamo dentro, da questo tour. E mi fa strano ma allo stesso tempo mi fa sorridere il cuore l’idea che quando qualcuno mi chiederà “cos’hai fatto quest’estate?”, io potrò rispondere “ho lavorato e sono andata in tour”. Come se questo tour fosse, effettivamente, anche un po’ mio. Come lo sono tutte le cose che riguardano Marco da 10 anni a questa parte. Come lo sono tutte le cose che abbiamo condiviso, un po’ per il nostro sentirci così profondamente legati a lui, un po’ per la sua capacità incredibile di creare questo rapporto con le persone, di farle sentire partecipi intensamente anche delle cose che non le riguardano realmente in prima persona. E questo sarà sempre ciò che distinguerà Marco da ogni altro artista che abbia mai visto, sentito, ascoltato.

E per questo ti dico grazie, Marco. Perché hai trasformato la tua passione nella nostra. Perché da piccolo, mentre soffiavi le candeline ed esprimevi un desiderio, speravi di cantare per tutta la vita, e oggi noi non desideriamo altro per te.
Grazie per ogni sorriso sincero che ci hai rivolto. Per ogni volta in cui ti sei emozionato con noi. Per ogni volta in cui ti sei sporto fuori dal palco, come per esserci più vicino. Per aver assecondato ogni cosa che ti abbiamo portato davanti, mai per circostanza ma sempre con grande orgoglio nel dire “questi sono molesti”, “questa è la mia fan base”.

Marta Porru Photographer

E credo che non saprai mai quanto siamo orgogliosi di essere davvero la tua fan base. E sì, infondo siamo anche un po’ orgogliosi di essere molesti, perché anche questo ci rende incredibilmente tali e quali (mica ce lo dimentichiamo che hai incendiato il divano di casa, o che quest’estate hai mandato i bambini a fare i gavettoni agli sconosciuti!).
Mi sembra incredibile pensare che questo tour sia finito, al punto che quando domenica chiedevi “volete che incida cose nuove o no?”, per un attimo ci ho davvero dovuto pensare!
Ma sono, soprattutto, incredibilmente orgogliosa di tutto ciò che verrà nel futuro, perché so che sarà immenso. Perché so che sarà tuo, e va bene così.

Grazie per essere sempre la destinazione di un viaggio che non finisce mai.
Grazie, anche questa volta, per avermi regalato delle persone meravigliose che oggi ho la fortuna di chiamare amici.
Grazie per ogni volta in cui mi sono sentita parte del tuo mondo.
Grazie per ogni spettacolo, per ogni nota, per ogni volta che ti batteva il cuore e i tuoi occhi non potevano nasconderlo.
Grazie, soprattutto, per ogni volta in cui hai fatto battere il mio, di cuore.

Mi porto dietro e dentro ogni km percorso con orgoglio. Ogni risata rumorosa che le persone intorno a me mi hanno tirato fuori. Ogni urlo svociato che ritrovo nei video di Andre mentre Marta mi dice “quella sei tu Giulia, ormai le riconosco le tue urla”. Ogni piccola lacrima versata. Per emozione e per orgoglio.

Grazie per la forza che hai avuto, nello stare sul palco e fare il tuo al meglio anche quando sembrava difficile riuscirci.
Domani torno a Milano, con una casa da cercare e 180 nuove foto da appendere alle pareti. Ma soprattutto con il cuore pieno, pienissimo di felicità.
Quella che provi solo per le cose belle, vere e pure. Esattamente come sei tu e come siamo noi.
Grazie, perché so che la fine del viaggio non è mai davvero la fine, ma solo l’inizio di quello successivo.

E mentre tu ti prepari a tornare in sala d’incisione, noi già pensiamo al prossimo tour. E va bene così, perché anche questa volta non abbiamo fretta, ma solo la consapevolezza che ti prenderai tutto ciò che vuoi e che meriti.

Grazie. Per la continua esplosione che fa un casino di rumore, ogni volta.

Marta Porru Photographer
Giulia.