venerdì 31 agosto 2018

Come quello che è per sempre


29 Agosto 2018. 22.28. Sassari

Ho provato, da quando sono rientrata dalla Sicilia, diverse volte a mettermi al pc, davanti al mio solito foglio bianco, per scrivere il mio solito resoconto post-concerto, ma questo tentativo, fino ad oggi, è sempre fallito. Questo credo sia successo per diversi motivi. In parte sicuramente per la necessità di recuperare ore di sonno, considerato che il viaggio ha coinciso con l’inizio delle mie vacanze (che dureranno molto poco) estive (aver dormito quasi 12 ore su un materassino in nave ho deciso che non varrà come riposo ufficiale, tanto per farvelo sapere). Ma credo che la ragione più grande sia stato il malumore che mi ha colpito al rientro, in seguito ad alcuni fatti abbastanza spiacevoli.

Ma ho deciso che non starò qui a parlarne. Ho deciso, voglio, che questo resoconto sia tutto e unicamente positivo. Ho deciso e voglio ricordare questo viaggio, questo concerto, unicamente per il buono e il bello che mi ha portato. Così, sono andata a vedere un po’ di foto scattate da Marta, un po’ di dirette qua e là, e dopo che ieri ho passato circa mezz’ora a tediare mia madre con tutti i dettagli del concerto, sentivo davvero di aver ritrovato il mood giusto. Beh, in realtà così non è stato. A quanto pare avevo bisogno della cosa più semplice del mondo: sedermi con Marta e ricordare tutti i minimi dettagli, quelli divertenti e quelli meno, davanti ad un bel piatto di pasta e mentre lei rischiava di sputarmi il melone in faccia.

Ricordo ancora benissimo il giorno in cui uscì la data in Sicilia. Non ricordo il giorno esatto, ma ricordo perfettamente l’assurdità del momento. Ricordo di come, esattamente il giorno prima, mi fossero capitate davanti alcune foto di paesaggi siciliani e avessi pensato che sarebbe stato bello visitarli. E ricordo benissimo di aver ricevuto, esattamente 2 secondi dopo l’annuncio della data, un messaggio di Marta “Giulia. Voglio andare in Sicilia”. In un altro momento, in un altro contesto, e per un’altra persona, avrei pensato che si trattasse di una coincidenza, di un caso pazzesco. Ma ho imparato, negli anni, che quando si tratta di Marco, il caso non c’entra assolutamente niente. Per questo motivo non è stato poi così difficile dire “Andiamo. Facciamolo”. E non è stato difficile neanche trovare il modo per farlo. Non è stato difficile dire alla mia famiglia “Io lavoro, ma il 21 vado in vacanza”. Non è stato sicuramente difficile metterci in macchina il 21 sera per arrivare a Cagliari. Ed è stato tutt’altro che difficile ritrovare, quella sera stessa, i sorrisi e gli abbracci delle persone che questo tour (e non solo) l’hanno vissuto con noi. Dall’inizio alla fine. E, onestamente, non è stato difficile neanche credere che Gino avesse deciso di fare il biglietto della nave meno di 12 ore prima della partenza, accettando di dormire per 4 notti su un materassino gonfiabile (comprato prima di fare il biglietto della nave ma ehi, se facesse le cose normalmente non sarebbe lui, giusto?!).

Sembra quasi surreale realizzare che questo tour l’abbiamo davvero aperto e chiuso insieme, da Policoro (non riesco più a scriverlo giusto, grazie mille) a Roccamena, passando per Galtellì, per Pula (sia “Pula non Pula” che “Pula Pula”), Cabras e Ussana. Noi c’eravamo sempre, ed è una consapevolezza che mi fa sorridere. Sapere di aver condiviso tutte queste cose, tutte queste emozioni pazzesche con queste persone che amo infinitamente. Sapere di averle, in qualche modo, trovate e ritrovate.

Ed è ancora più bella la sensazione che ho, dopo questo viaggio. Quella di essere ancora più vicina e legata a tutti loro, perché nonostante il fatto che ci conosciamo da 10 anni, mai come quest’anno abbiamo davvero condiviso qualcosa di così forte, insieme.


Vorrei dirvi che siamo stati dei turisti esemplari, che abbiamo progettato un itinerario che è stato poi seguito alla lettera. Vorrei dirvi che abbiamo visitato tutti i monumenti possibili e immaginabili e che abbiamo mangiato leggero così da essere sempre carichi. Ma ecco, sarebbe decisamente una bugia! A nostra discolpa, però, devo dire che:
1.       È piovuto tutti.i.dannatissimi.giorni. Dovrei considerare una coincidenza il fatto che sia successo proprio mentre io stavo in ferie? IO NON CREDO
2.       Si pagava. TUTTO. E con tutto intendo proprio TUTTO, Chiese, Cupole, Giardini. Così, nonostante la passione (da noi solo recentemente scoperta) di Daniela per le Chiese, abbiamo dovuto accontentarci di vederne solo qualcuna (per Gino sono state comunque troppe) e ad ogni suo “guardate ragazzi, una chiesa”, noi ci salvavamo con “vabbè ma tanto si paga. Oppure è chiusa”
3.       Il cibo è buono. C’è poco da girarci intorno, fritto o non fritto, dolce o salato, il cibo era semplicemente troppo buono per poter essere abbandonato. Certo, qualcuno di noi ha esagerato più di altri ma ecco, questa volta eviterò di fare i nomi.

Insomma, esattamente come ogni altra cosa che ci accomuna, questo viaggio è stato tutt’altro che ordinario. Abbiamo scoperto una nuova parola in codice (PIT), ho realizzato che dico “ma chi?” alla Valeria Marini più volte di quante vorrei e ultimo, ma certamente non per importanza, abbiamo tutti capito che il telefono di Dani è scarico e non prende più o meno per il 90% del tempo.

Ma la vera avventura non sono state le 24 ore di nave, tra andata e ritorno. Non è stata neanche la corsa con valigie a carico verso il porto rischiando di rimanere bloccati un’altra settimana a Palermo. La vera avventura è stata, senza dubbio, il tragitto verso Roccamena. Tra il fango, un “rallenta” di Daniela, i fossi, un “rallenta” di Daniela, le salite, un “qui ci ammazzano” di Gino, i cartelli improbabili e tutti noi che “oddio Marco deve fare questa strada”, il tratto dalla fine della “autostrada” fino al paese è durato più di tutto il resto del viaggio. Ma ehi, ce l’abbiamo fatta!

Mi piacerebbe anche dire che il primo approccio col paese sia stato positivo, ma anche in questo caso: perché mentire? È stato, però, bello ricredersi. È stato bello arrivare in un posto che sembrava tutto eccetto che accogliente, e trovare invece persone che ci hanno, letteralmente, aperto le porte di case e Chiese (giuro che a Roccamena erano aperte!). E’ stato bello trovare quel genere di accoglienza che avremmo potuto trovare anche in Sardegna e, per questo, sentirci un po’ meno lontani da casa. È stato quasi emozionante trovare un barista che ha deciso di offrirci un caffè, perché “sono stato 3 anni a La Maddalena, ne sono innamorato e mi manca”. E’ stato sicuramente un colpo di fortuna trovare qualcuno che ci desse riparo in oratorio mentre venivamo assaliti (io e Gino letteralmente) dalla pioggia (pensavamo davvero di poter finire il tour col sole?!).

È stato bello, tra le altre cose, notare i sorrisi delle persone incredule all’idea che potessimo venire da tanto lontano, o che potessimo essere lì da tanto presto. I sorrisi maturi di chi forse non è mai andato molto oltre casa propria, e ci ha guardato con quel misto di ammirazione e incredulità. Così, per questo, mi sento di dire grazie a Marco. Per avermi insegnato ad essere coraggiosa, ad uscire dalla mia zona di comfort più volte di quante ricordi. Per avermi spinto (senza fatica alcuna) a fare programmi all’ultimo secondo, a fare armi e bagagli e partire e chi se ne importa dove o quando, l’importante è andare. Perché so, che una volta cresciuta, una volta che le responsabilità saranno tante, una volta che avrò l’età di quelle persone, potrò guardarmi indietro con malinconia ma mai con rammarico o rimpianto. Perché saprò di aver sempre seguito il cuore e lo stomaco.

Per qualcuno può sembrare un caso anche ci siamo trovati a Roccamena, a cercare di fare una sorpresa a Marco, proprio nel giorno in cui è venuta a mancare Asietta. Io, invece, voglio credere che qualcuno o qualcosa ci abbiamo mandati lì esattamente quando aveva bisogno di trovare visi familiari, quando aveva bisogno di qualcuno che facesse un bordello pazzesco, che “disturbasse la quiete pubblica”. È stato bello vedere il suo sorriso, nel trovarci sotto il palco. Bello perché un sorriso sincero, mai finto o forzato. È stato divertente vederlo posizionarsi esattamente al limite del palco, quando abbiamo iniziato a lanciarci i coriandoli, come se volesse farne parte anche lui. Assolutamente esilarante vederlo tirarsi la maglietta bianca per farsi colpire dai Policolor.

Marta Porru Photographer
È stato emozionante vederlo venire verso di noi di proposito, per farci cantare un pezzetto de La forza mia in sardo, con tanto orgoglio negli occhi. È stato incredibile sentirlo dedicare a tutta la sua terra No Potho Reposare, anche se lontano da casa, con le mani mie, di Daniela, di Marta e di Gino strette forti in un unico abbraccio. Ed è stato assolutamente pazzesco vederlo girarsi dalla band per chiedergli di improvvisare Destinazione paradiso. Pazzesco perché quella canzone è mia e di Marta e l’abbiamo cantata strette strette fino all’ultima nota, sentendone ogni parola, gridandone alcune più forti di altre.

Ma una delle cose che mi rimarranno sempre più impressa, è il calore che ha riservato a Marco quel piccolo paese. Quello di Roccamena resterà, per me, il miglior pubblico di questo tour, a pari merito forse solo con quello di Pula. Ho visto persone che erano arrivate dicendo “no a me non piace, sto solo accompagnando” finire il concerto sudati da quanto avevano saltato e ballato. Ho visto adulti e meno adulti cantare ogni parola di ogni canzone a squarciagola. Ho visto gente tirare fuori i telefoni e accendere le torce nell’esatto momento in cui Marco lo ha chiesto. Ho visto persone partecipare alla nostra piccola scenografia entusiaste, senza preoccuparsi neanche un secondo degli abiti sporchi di colori. Ho visto un pubblico vivo e partecipe. Ho sentito un “se non canti l’ultima, noi non ce ne andiamo” tra Senza rumore e il bis che mi ha fatto sorridere immensamente, perché non veniva dalle prime file dei fan accaniti, ma dalle retrovie, da chi forse era lì per caso ma poi è rimasto fino alla fine per scelta.

Roccamena me lo porto nel cuore per tanti motivi. E nonostante le cose spiacevoli, parlando con Marta oggi ho realizzato quanto in realtà siano poi quelle positive a prevalere. Perché abbiamo cantato e saltato consapevoli che con tutta probabilità sarebbe stata la nostra ultima data, e ce la siamo goduta fino in fondo. Perché abbiamo visto piccoli grandi spiragli di felicità negli occhi di Marco, che ad oggi fanno la differenza. Perché so che finchè lo vedremo così felice, non smetteremo mai, mai, mai di fare ciò che facciamo. Di costruire carnevali e ambaradam, di cantare a squarciagola anche se strilliamo come campane (non sempre, ma capita!), di saltare e rischiare di schiacciare i piedi degli altri.

Marta Porru Photographer
Mi sento molto fortunata. Sia per aver intrapreso questo viaggio, sia per averlo fatto con queste persone. Mi sento, inoltre, molto fortunata perché anche le persone che sono rimaste a casa, ce le siamo portate nel cuore e le abbiamo sentite davvero vicinissime. E questo è, credo, ciò che ci distinguerà sempre dagli altri. La capacità di vivere queste avventure con serenità e gioia, la voglia di condividerle con le persone che ci stanno a cuore. Il tutto senza invidie né dispetti, ma sempre, sempre, sempre mettendoci l’anima.

Perché quello che ho imparato, in questi 10 anni, è che ogni cosa che ho e abbiamo fatto con il cuore, sentendola davvero, ci ha reso sempre maledettamente felici. E questo ha fatto sì che mai, neanche una volta in 10 anni, abbia fatto qualcosa perché sentivo di doverla fare, ma solo ed unicamente perché la sentivo e basta.

Non sono mai andata ad un concerto di Marco per far numero o perché “dovevo” esserci. La verità è che la maggior parte delle volte l’ho fatto per puro egoismo, perché ero io ad averne bisogno. Per questo, quando Marco presentando Il segno che ho di te ha detto “io in realtà non faccio niente, canto e basta”, avrei voluto dirgli che in realtà fa e ha sempre fatto molto più di questo. Avrei voluto dirgli che è, da sempre, l’unico artista in cui trovo sempre un po’ di forza.

Ed è stato così anche questa volta. Ho deciso di andare in Sicilia perché sapevo che ne avrei avuto bisogno. Perché sapevo che dopo Ussana non sarei stata ancora pronta a salutare questo tour (e comunque se pensate che lo sia adesso, vi sbagliate di grosso). Perché sapevo che avrei avuto bisogno di un altro pezzo di questo nostro mondo prima di tornare a Milano per un altro lungo inverno.

Ma l’ho fatto anche perché, fin dall’inizio del tour, ho sentito la voglia e la necessità di viverlo appieno, il più intensamente possibile. E oggi credo che questo derivi dalla mia ansia/paura per il futuro. Per dove mi porteranno tutte le cose che sto facendo. E allora, anche questa volta, sono venuta da te a cercare le risposte di cui avevo bisogno. E l’ho fatto anche perché le responsabilità di cui necessariamente dovrò farmi carico a breve mi spaventano. Mi spaventa non trovare più il tempo per tornare a casa. Mi spaventa alienarmi totalmente in una vita completamente diversa da quella che ho sempre vissuto. Forse scioccamente, mi spaventa anche la consapevolezza che presto, una volta finito di studiare e iniziato a lavorare, forse non avrò più modo per esserci come ho fatto fino ad ora, per fare follie e prenotare aerei improvvisamente per seguirti. E forse per questo già ti chiedo un po’ scusa. Ma ti prometto che, indipendentemente da dove mi porterà la vita, indipendentemente da quale casino starò affrontando, smuoverò sempre mari e monti per esserci, se non fisicamente sempre e comunque con tutto il cuore che ho.

Grazie. Prima di tutto ai miei compagni di viaggio. Per avermi confermato, ancora una volta, che non avrei mai mai mai potuto desiderare nessuno di diverso da voi per vivere questo pezzo di vita.
A Martina, per i sorrisi in videochiamata post-concerto, per la nostra felicità che diventa anche sua perché è semplicemente fatta così. Non vedo l’ora di averti lì sotto con noi.
A Valentina e Giorgia. Voi sapete perché.
A Katia. Per aver confermato e rafforzato ogni impressione positiva che avevo di lei.
A CartaVincente e tutti coloro che sono stati felici della nostra felicità.
A te, per avermi regalato una delle serate più belle di sempre. Per averci regalato un tour infinitamente bello e ricco e pieno, che non dimenticheremo mai.
Per averci regalato, ancora una volta, te.
Buona fortuna per la tua nuova sfida, anche se so che non ne hai bisogno. Non esistono parole al mondo per esprimere quanto sia orgogliosa di te.
Penso sempre che un giorno non avrò più niente da dire o da scrivere o da sentire, alla fine di un concerto. Ma poi quel giorno non arriva mai. Grazie anche per questo. Per farmi scoprire, sempre, piccoli nuovi pezzi di me.

Giulia.

sabato 18 agosto 2018

Punto Felice


18 Agosto 2018. 23.39. Sassari

È il 18 agosto, il che vuol dire che sono passati esattamente 3 giorni dall’ultimo concerto. E anche se in realtà sembrano 2 (perché il 16 ho dormito 4 ore e lavorato per 12 quindi mi sembra che in realtà non sia stato altro che un prolungamento del 15), sento già un po’ di nostalgia. Quel pizzico al cuore e quella stretta allo stomaco che si provano solo per le cose belle. Solo per quelle che rendono felici. Felici davvero.

Marta Porru Photographer

È stato il Ferragosto più insano di sempre, in ogni senso possibile e immaginabile! Ricordo che quando uscì questa data dissi a Marta “Marta, non  ce la farò mai. Il 15 serviamo il pranzo di Ferragosto allo stabilimento, il 16 ci sono i fuochi, c’è un delirio, non mi daranno mai il giorno per andare”. E Marta mi disse “Giulia. Partiamo dopo pranzo e rientriamo a fine concerto” (se mai vi siete chieste perché le voglio così bene, questo è certamente uno dei tanti motivi). Così, quando è arrivato il momento di stabilire i miei turni lavorativi per questa stagione estiva, la prima cosa che ho detto (anzi la seconda, la prima è un segreto!) è stata “vengo solo se il 15 posso uscire prima!”. E siccome ho una famiglia meravigliosa, non solo sono uscita prima, ma sono addirittura andata via alle 14 nel bel mezzo del pranzo (13.58, per essere precisi!). Ho spinto sull’acceleratore come non facevo dall’avventura a Pula (non ditelo a mia madre, grazie) e dopo esattamente 28 minuti ero tornata a Sassari, avevo fatto la doccia e io e Marta eravamo pronte a salire in macchina. Ora, preferirei tralasciare l’ora trascorsa in 131 con la macchina ferma perché sembrava avesse un problema, per poi scoprire grazie ad un meccanico trovato per caso in una stazione di servizio che ci stavamo facendo delle seghe mentali e la macchina non aveva niente che non andasse. Ma insomma, mi sembra giusto comunque far riferimento alla cosa (il Ferragosto più insano di sempre, ricordate?!).

Mi piacerebbe anche poter evitare di dire che ci siamo trovate bel mezzo di una tempesta d’acqua a circa 40 km da Ussana, e nel bel mezzo di un’altra quando siamo arrivate a destinazione. Ma ecco, anche in questo caso, per onestà di cronaca, mi sembra giusto dirlo. E comunque sul serio: CHE PROBLEMI HA LA PIOGGIA CON NOI, ESATTAMENTE?


Quello che invece sono davvero felice di raccontare, sono i sorrisi delle persone che ho ritrovato. Quelli onesti e sinceri di chi condivide tutto questo con me. Quelli veri e pieni di chi aspetta con te e per te. Sono felice di raccontare delle ore trascorse a preparare questa festa. Perché davvero ridurre il tutto alla parola “concerto” credo che sarebbe eccessivamente riduttivo. Sono felice di raccontare e ricordare l’imbustamento dei coriandoli, la sistemazione della bandiera, la distribuzione delle bolle di sapone e dei colori. Della crostata di Marta e dei malloreddus di Daniela (che aspettavamo tutti con ansia dai tempi di Gesturi). 

La data di Ussana rimarrà impressa nel mio cuore e nella mia mente per sempre. Perché mi ha regalato tantissimi ricordi e sorrisi infiniti. Perché mi ha ricordato, per l’ennesima volta, perché faccio ciò che faccio. Perché supporto questa persona, perché seguo questo artista. Perché, ancora dopo 10 anni, resta una delle mie persone preferite in tutto il mondo. Mi ha ricordato il bello dei km percorsi e delle ore trascorse con le persone che amo e senza le quali tutto questo significherebbe molto meno. Mi ha ricordato la bellezza di una risata profonda.



Mi ha ricordato che negli ultimi mesi non ho riso né sorriso abbastanza. Ma la maggior parte delle volte in cui l’ho fatto mi trovavo sotto quel palco. Mi ha ricordato la spontaneità dei miei 24 anni, che a volte dimentico nella frenesia di tutti i giorni. Negli impegni continui. Nelle responsabilità dello studio e del lavoro. Nell’ansia per il futuro e per la vita. Mi ha ricordato che uno dei motivi, dei tanti motivi, per cui Marco è ancora nella mia vita e per cui credo che ci sarà per sempre, è perché semplicemente mi fa sentire viva. E felice. Spensierata. E vera. E mi rendo conto che più passano gli anni e più le occasioni, nella vita di tutti i giorni, per sentirmi così siano sempre meno. E forse questo mi fa sentire la necessità di aver sempre più Marco e la sua musica nella mia vita. 

E mi sento, anche oggi, estremamente fortunata. Fortunata di far parte di quel gruppo di persone che in questi 10 anni non se n’è mai andata. Di chi è rimasto anche quando non era d’accordo. Di chi c’è stato sempre. Di chi, come ha detto Marco, non ha perso tempo in chiacchiere inutili ma c’è stato e basta. E non è facile. Perché 10 anni sono tanti e soprattutto nel periodo adolescenziale in 10 anni succedono un sacco di cose, un sacco di cambiamenti. Ed è stato così anche per me. Sono cambiata mille volte, sono cambiate le persone intorno a me, sono cambiate situazioni e circostanze. Ma ciò che non è davvero mai cambiata è la necessità che sento di far parte di questo mondo. La voglia di aspettare ogni concerto. L’impazienza di sentire ogni nuova canzone perché so che troverò sempre un pezzo di me al suo interno, e ancora mi chiedo come diavolo sia possibile! L’ansia prima di ogni appuntamento, che sia un firma copie, un concerto, un’ospitata. Ma quell’ansia bella. Quell’ansia che riserviamo solo alle cose davvero importanti.
Ussana me la tengo nel cuore per mille motivi. Per tutte le sorprese riuscite che hanno reso felice Marco. Per i cerotti, i coriandoli, le bolle di sapone, gli sparacoriandoli e i colori. Ma, allo stesso modo, anche per tutte le cose che hanno reso felici noi. La cena seduti per terra davanti al palco, con le persone del posto che ci dicevano “ma voi davvero siete venute da Sassari?” e io che rispondevo “sapeste fino a dove siamo andati”. La nostra foto con Marco a fine concerto, che dice molto più di quanto qualsiasi parola potrà mai dire.




Questo concerto mi resta nel cuore per la dolcezza del momento tra Marco e Zoe. Per Zoe che ci chiede i cerotti così può avere un autografo anche lei “e poi gli altri li do a zio, tanto a lui servono”.


Resta nel cuore perché nel primo concerto di Marco in Sardegna dopo l’intervento, ho ritrovato sempre lo stesso ragazzo ma con occhi diversi. Gli occhi di chi è pronto a prendersi e riprendersi tutto. Gli occhi di chi  vuole godere di ogni singolo istante, di ogni singolo traguardo. Gli occhi di chi non è più disposto ad aspettare. E ho trovato una voce. Una voce che davvero non so da dove abbia tirato fuori, dopo l’intervento che ha subito.

Ma so che anche questa volta, non dovrei neanche sentirmi così stupita. So che anzi, mi sarei forse stupita maggiormente se non avessi trovato tutte queste cose. Tutta questa persona. Tutto questo artista. Semplicemente perché questo è Marco. Lo è da sempre, ma sempre con un po’ di forza in più. Sempre con un po’ di consapevolezza in più. Sempre con un po’ più di coraggio e determinazione.

Marta Porru Photographer

Ussana resta nel cuore per il senso di pienezza e rilassatezza che ho provato a fine concerto.


È strano come, dopo ogni concerto, mi senta sempre un pelino più vicina a Marco. Come se lo capissi un pochino di più. Ma la cosa più assurda è quanto mi senta un po’ più vicina a me stessa, dopo ogni concerto. Come se mi capissi un pochino di più.

E credo che sia per questo che sento che Marco e il mondo che gli gira intorno saranno sempre una costante nella mia vita. Forse una delle poche, perché mi rendo conto di quanto tutto cambi velocemente. Ma non questo.

Questo fa parte sempre della mia lista delle cose da fare che stilo con più facilità.
Questo lo tengo sempre in un cassetto ben ordinato, dentro di me, a differenza di tutto il resto.

Questo credo sia anche un po’ quello che mi rende chi sono. Perché so con certezza che se non avessi seguito Marco, se non avessi fatto tutti i viaggi che ho fatto, se non mi fossi trovata nelle situazioni più improbabili per seguirlo, sarei senza dubbio una persona diversa. E neanche mi interessa sapere se sarei migliore o peggiore. Perché ciò che sono oggi, mi basta.

L’idea che questo tour stia volgendo al termine (fatemi uscire altre date, grazie) mi lascia un po’ di amarezza. Ma la consapevolezza di averlo vissuto a pieno, mi fa invece sorridere. Mi ha riportato un po’ indietro nel tempo, al tour de “Il cuore muove” nel 2010-2011, ma oggi con consapevolezze diverse, che l’hanno reso forse ancora più bello ai miei occhi.

E così anche questa volta, mi ritrovo a dire grazie.
A chi è con me, sempre.
A chi ride e sorride accanto a me, ogni volta.
A chi mi stringe la mano quando sto per piangere.
A chi non c’è fisicamente ma sento comunque vicina.
Alla band, per essere il gruppo migliore che potessimo desiderare per questo tour (e facciamo anche per i prossimi, grazie!).

A Marco. Per essere sempre il mio punto felice. Il mio posto nel mondo. Casa mia, ovunque sia.
Non sarò mai davvero in grado di esprimere il rispetto, la stima e la gratitudine che provo nei tuoi confronti. Ma ti prometto che, ogni volta che potrò, mi troverai sotto quel palco ad urlare un po’ di più, a sorridere un po’ di più. Ad emozionarmi. Sempre molto di più.

Ci vediamo presto, promesso.
Giulia.

sabato 4 agosto 2018

Canosa di Puglia, un sogno realizzato

Inizio a scrivere per raccontare le emozioni vissute in questi giorni di trasferta pugliese...sento ancora sulla pelle tutto quello che è stato...vivo queste ore di dopo concerto in maniera diversa dalle altre volte...io la chiamo “depressione dopo concerto” quella che ti assale perché è tutto finito...certo che un senso di tutto ciò aleggia intorno...ma quello che rappresentava per me essere a Canosa di Puglia è cosi particolarmente significativo che il vissuto di quel concerto mi ha lasciato un'immensa gioia...un grande benessere...tanta energia che porterò con me per sempre! Per questo gioisco ancora come se fossi sotto quel palco anche adesso...

Amo Marco e la sua musica dal primo giorno che ci è stato fatto questo grande regalo di poterlo “incontrare”, dagli inizi, più di 10 anni fa! Lui fa parte della mia vita e da allora è  sufficiente nominarlo che il mio viso sorride...per tutto ciò che rappresenta...una voce che ti scava dentro, ti graffia ma allo stesso tempo ti accarezza, ti fa sentire bene, ti dice che tutto andrà bene, ti fa gioire e ti sostiene nei momenti difficili, a volte troppo difficili.

Marco per chi lo conosce da anni, lo segue e ha avuto modo di capire la persona che è, rappresenta ancora molto di più. Il suo carattere e modo di essere è la testimonianza che nella vita si può essere sempre se stessi amando e dando valore a tutto ciò che ci circonda, trovando la forza sempre di reagire, il coraggio di potercela fare, donando un sorriso o una parola che esprime rispetto ed empatia per chi incontriamo sulla nostra strada. Se riuscissimo ad essere cosi, davvero sarebbe un mondo più pulito, più vivibile, più costruttivo.

Quando si inizia a seguire un cantante,una persona, cosi come me e tanti altri di noi, ci si sceglie forse a vicenda e a volte penso davvero che Marco abbia scelto ognuno di noi entrando a far parte delle nostre vite.

La vita scorre, cambiano tante cose, nel frattempo si cresce, cosi come è successo a me in questi lunghi 10 anni. Mi sono sposata, 7 anni fa ho avuto Letizia e quasi 4 anni fa Adriano. Loro solo la gioia della mia vita, sono la mia vita, il motivo per cui ogni giorno respiro. Quando arriva un figlio si dice che la vita cambi, si stravolga, e quando ne arrivano due...la cosa non si raddoppia ma si quadruplica.

Tutto ciò per dirvi che Marco però è stato sempre presente, lui e la sua musica hanno fatto parte della nostra famiglia. Come una stella, arriva la sera, guardi in alto e sei sicuro che lei è li.

Il concerto di Canosa ha rappresentato la “ripartenza” per Marco; tutti noi sappiamo il perchè e nel mio piccolo è stata anche la mia ripartenza. Avendo due bambini piccoli e poca facilità per lasciarli, abitando nel centro Italia, questi sono stati anni privi di concerti per me...dal 2010 non sono più riuscita ad andare.

Stare lontana da Marco e dalla sua musica è impossibile e in questi anni ho alleviato la mancanza riuscendo ad andare a due firmacopie molto significativi, dove Marco ha potuto conoscere la mia famiglia, i miei bambini! E due importanti partecipazioni tv.

Ma ora era arrivato il momento di un concerto , lo speravo e lo desideravo tanto: in questo tour sarei andata, ne ero sicura,tanta era voglia di essere presente.

Lo avevo promesso a mia figlia Letizia, la più  grande.

Lei negli ultimi due anni ha iniziato ad amare Marco e la sua musica, ha iniziato a sentire la bella persona che è Marco, le è arrivata tutta la sua limpidezza d'animo e la dolcezza oltre che la forza che è in lui.

Quello di Canosa è stato il suo primo concerto ed il mio primo concerto con mia figlia. Potete forse immaginare, amando Marco, cosa possa avvenire nel cuore di una mamma vivendo tutto ciò.

Sapevo di non poter attendere che questo avvenisse con troppa facilità, mi sarei dovuta spostare. Avevo messo in conto anche 200 km di strada...ma non si presentava niente in questo raggio di distanza. Tante nuove date ma niente di relativamente vicino. Così è iniziata a subentrare la paura che tutto sfumasse...no, non doveva andare così, io e Lety aspettavamo, a questo tour dovevamo essere presenti ! E cosi in una settimana ho preso la decisione: la più fattibile per me con una bambina, abitando nella provincia di Ancona, era Canosa! Canosa?? si, più di 800 km tra andata e ritorno in soli due giorni e con una bambina. Fattibili? Sì, sono fattibili, per andare da Marco lo sono! Ringrazio mio marito che organizzandosi in maniera impegnativa tra lavoro e piccolino a casa ci ha permesso di vivere questa serata!


Ho avuto due compagne di viaggio oltre a mia figlia davvero meravigliose: Francesca e Valentina.

Treni, coincidenze, pulman...con loro è stato tutto divertente, anche per Lety, come avessimo affrontato un viaggio di 10 minuti.

Eccoci arrivate a Canosa di Puglia...un sole bellissimo...un cielo azzurro...caldo..parecchio caldo...ma un venticello mitiga il tutto.

Una piazza di una cittadina del Sud vestita a festa, luminarie e dolciumi  per le vie...campane che suonano a festa...ma suonano per suonare !

E poi il palco, con noi li  proprio davanti , con Marco che ci guardava sullo sfondo...come disse mia figlia!

Transennate, non poteva essere altrimenti anche perchè Lety da dietro non avrebbe visto bene...e poi dopo 8 anni senza concerti...dovevo essere li!

Aspettiamo, il tempo a me sembra essere volato, finchè ci ritroviamo alle prove...si le prove!!

Fortuna, forse derivante da questo ultimo mese di stop forzato per Marco...

Arriva la band e poi eccolo!! Marco, occhiali e cappellino, certo dimagrito, ma di sicuro in forma, in ripresa smagliante!


Guardo mia figlia, ci sorridiamo: Marco inizia a provare ! Beh ma quando hai quella voce li...che provi?  Dal vivo quella voce ti infonde un benessere, una forza indicibili. Il mese di fermo lo ha caricato ancora di più, la sua voce è forza. Anche le campane iniziano a suonare a festa: Marco è tornato!!!
Si, ho capito la festa, ma adesso basta...le campane non si fermano più...minuti su minuti; e Marco da professionista qual'è interrompe le prove, si fanno altri aggiustamenti tecnici e torna a provare. La piazza si affolla, arriva tanta gente, tutti si fermano ad ascoltare, a fare foto e video, nessuno che passa va via, tutti si fermano! A quel punto Marco ci saluta con un “ci vediamo dopo”.  Io e Lety ci guardiamo...leggo in lei la soddisfazione di averlo sentito cantare da cosi vicino!

Tra noi fan il pensiero è per tutte lo stesso: “Marco è tornato, eccome se è tornato...voce e grinta come e più di prima”.E queste erano solo le prove!!

Passano le ore...a me continuano a volare, a Lety, impaziente che tutto abbia inizio, un po' meno.

Ma eccoci, finalmete verso le 22.15 inizia!! In total black, Marco torna sul palco, sul suo palco!

Inizia a cantare in una piazza che lo accoglie gremita, strapiena di gente in ogni dove...che bello, che gioia per Marco, un bentornato migliore non lo poteva ricevere, lo dice anche lui!



E noi eravamo lì, ci eravamo riuscite, li presenti per dargli calore, sostegno, per festeggiarlo...Il suo ritorno dopo un intervento importante, tutto questo è stato significativo! Quando si tiene a qualcuno, vuoi stare con lui nelle tappe importanti della sua vita e Canosa era anche questo!

La voce di Marco negli anni è cresciuta tantissimo...la sua forza ti arriva dentro in un modo indescrivbile...ti nutre!!

Come dice Marco, quella era serata importante; un mese fa non avrebbe mai pensato di essere di nuovo su un palco dopo cosi “poco” tempo...ed il bentornato che Canosa gli sta dando è bellissimo..tanto da farci un video...e dal video si capisce bene cosa stavamo vivendo io e Lety insieme a tutte le altre anime del world paper!



Quel wp che, come dice lui stesso, lo ha sostenuto dagli inizi, pronto a dargli amore, quell'amore che lui ci chiede se riusciremo a dargli sempre...e noi a squarciagola...urliamo il nostro: SIIII!  Ma lui ci chiede se quel sempre...sarà anche un per sempre...io ,in quel momento mi son vista tutti i 10 anni trascorsi...mia figlia ora con me, e sentire Marco chiederci questa cosa mi ha toccato tanto...lo chiedeva con una dolcezza e purezza che ho fatto fatica a trattenere l'emozione...Alcuni possono aver pensato che quello fosse l'aggancio per far partire le note di “Per sempre” e invece no...tutt'altra canzone...era “solo”l'esigenza" di Marco di sentirsi dire che noi per lui ci saremo sempre...certo lo sa...ma sentirselo urlare di nuovo da carica!!

Un giorno, chissà quando, si tatuerà il nostro nome...WORLDPAPER...cosi ci ha detto!

Questo è solo l'inizio del viaggio ha affermato,presentando “la fine del viaggio” , ve lo prometto!

Quel “ve lo prometto” era carico di tanto significato...tanto!

Non ha smesso mai di ringraziare...quando noi dovremmo ringraziare lui...

Presentando il “Cuore muove” ha affermato che una delle cose che più gli fa muovere il cuore è

vedere tra la gente persone che per seguirlo fanno tanti  km...questo lo riempie di orgoglio!

Lì ognuno di noi, chi aveva fatto tanto strada è come se avesse ricevuto un grande abbraccio!

E mia figlia: diceva di noi, mamma! Ed io: si, anche di noi!

Lety guardava Marco, lo ascoltava e osservava il palco, le luci, la gente cantare come me a squarciagola, e rideva..dicendomi..:ma quanto urli! Io che le dico sempre di non urlare...andare al concerto di Carta è anche questo...si ribaltano i ruoli! hihihih

Canzoni su canzoni...passavano i minuti..e lo stato di benessere che tutto questo ci creava era immane...dopo tutto questo tempo...ho fatto un pieno di energia positiva!

Perchè come dice la canzone che Marco forse ama di più dell'ultimo cd,  o che per lo meno ha sentito subito sua...(cosi ha detto) , la Destinazione siamo noi!! Dobbiamo tenerlo sempre presente...altrimenti non si va da nessuna parte!

Come dicevo la piazza era gremita...partecipava...era viva!

Dietro di me avevo una signora, non del wp...sulla settantina forse...beh..quando mi giravo vedevo il suo volto...sul suo viso un sorriso leggero, una gratitudine verso Marco che le stava trasmettendo belle emozioni; leggevo nei suoi pensieri tanta ammirazione per quel ragazzo che cantava e parlava davanti a lei...Ed io pensavo...guarda di cosa è capace Marco...che meraviglia!

Questo è stato un periodo di lunghi silenzi...dentro e fuori...un periodo in cui sono stato “poco” bene. Ora è tornato il momento di rompere il silenzio e di fare casino...quello buono ! Questa è stata la presentazione di “Senza rumore”...ed è cantando questa canzone che avviene il gesto più significativo che potesse fare Marco un gesto inaspettato...mai successo in tutti questi anni. Toglie la maglietta, la lancia, ed inizia a cantare a torso nudo...beh la forza di quel gesto...la grandezza di quel momento...non riesco a descriverle...chi lo conosce come noi sa perchè lo sta facendo...prendo il cell e scatto due foto al volo...in me dentro c'era un subbuglio emotivo...ma non potevo non testimoniare quel momento...li Marco stava lanciando un messaggio e lo faceva con una veridicità estrema...mettendosi a nudo. Una di quelle due foto sarà pubblicata poi da Marco sul suo profilo instagram...grazie anche per questo Marco, mi riempie il cuore di gioia vederla li...

Io quel momento ripongo il cell perche davvero...le emozioni erano troppo forti...avevo le mie e sentivo le sue...sentivo il suo vissuto in quel mometo...mi è arrivata la sua sofferenza per quello che ha affrontato...e la sua forza di decidere di fare quel gesto davanti a tutti...senza vergogna.Perchè vergognarsene...?Ma siamo siceri, questo nostro mondo porta a farci vergognare di tutto, anche delle cose più vere..”Mostro la mia cicatrice con orgoglio, questo sono io e non me ne vergogno come qualcuno ha detto invece nei giorni scorsi...questo non è stato un atto di esibizionismo”...ci dici...Noi lo sappiamo...tanto da commuovermi...perchè in quel momento non c'è un bellisimo ragazzo senza maglietta su quel palco...ma c'è un grande uomo...un esempio per tutti...un messaggio positivo...Un uomo che deve essere fiero di se e di quella cicatrice...per l'ennesima battaglia vinta!!!



Mia figlia...si gira e dice: “Ha ragione Marco...è cosi...non è niente”

Dopo di questo...il bis..La forza mia...Tu sei la nostra forza...ogni volta dimostri di esserlo sempre più...Il concerto finisce e penso di venirti a salutare...fare una foto con mia figlia...so che il wp sarà li con me...ma non c'è solo il wp...c'è tutta la piazza!!! Tutti a fine concerto letteralmente catapultati da te...quelle quasi due ore di concerto hanno creato tutto questo desiderio di avvicinarti per una foto...che orgoglio!!! Riusciamo a salutarti...Lety felice...sorridente...era uno dei momenti che aspettava di più...e pure la mamma!



Sei rimasto li per 20 minuti a fare foto e salutare...sei straordinario!

Questo è parte di quello che ho vissuto...pensate...solo una parte...ed è per tutto questo che oggi mentre scrivo sorrido...mi emoziono...quasi come se fossi ancora li....Grazie Marco per averci regalato questa possibilità...sei un porto sicuro per le nostre anime!

Alessandra Santoni