venerdì 8 agosto 2008

Biografia di Marco Carta

Marco Carta: il ragazzo comune dal timbro sabbiato

Marco nasce a Cagliari il 21 maggio 1985, alle ore 14,45, di una bellissima giornata di primavera. Ha un fratello, Federico, di un anno più grande di lui. I primi anni della sua infanzia scorrono serenamente, seppur fra le mille difficoltà. Il destino, però, sempre in agguato, mette presto a dura prova il piccolo Marco che deve affrontare un duplice dramma: in soli due anni perde il padre e l’adorata mamma Monica con la quale aveva trascorso 10 intensi anni sublimati da un rapporto speciale. Marco, però, non è rimasto solo, perché zia Sabrina e nonna Elsa gli hanno saputo dare una famiglia e tutto l'affetto di cui aveva bisogno. Sono state per lui un punto di riferimento, gli hanno dato molto, gli hanno trasmesso e gli trasmettono i valori veri della vita.
Marco crescendo diventa irrequieto e maschera la sua tristezza interiore con una eccessiva vivacità che più volte gli fa compiere colpi di testa. A scuola è senza briglie, i professori lo riprendono di continuo, non ama seguire le lezioni ed essere disciplinato. Probabilmente la scuola non lo motiva abbastanza a credere in se stesso. Frequenta l’istituto professionale per elettrotecnici, ma molla tutto prima di prendere il diploma; il suo chiodo fisso è quello di fare il cantante e riuscire a diventare qualcuno. È grazie al canto che riesce a mettere da parte le proprie tristezze, canta di continuo, specialmente le canzoni di Zarillo e Baroni (tanto che in famiglia non ne potevano più di sentirle) e sente di avere delle potenzialità; cresce in compagnia dei suoi miti: Lucio Battisti, Alex Baroni e Laura Pausini. Per recuperare qualcosa che possa garantirgli una base economica per potere studiare canto, inizia a lavorare nel locale della zia .
Marco, testardo e orgoglioso decide di prendersi in faccia tutte le porte necessarie pur di avere il suo posto al sole. Fa qualche serata di musica Live nei locali di Cagliari, partecipa, vincendoli, a diversi concorsi canori a livello regionale in Sardegna. Per ben 4 anni consecutivi partecipa ai provini per entrare nella scuola di Amici affrontando molti sacrifici; uno per tutti: utilizza, per pagarsi l'aereo ed il soggiorno a Roma, i soldi messi da parte con il lavoro di parrucchiere.
Quest’anno sarebbe stato l’ultimo, ma lo sguardo non indifferente di Maria lo fa ben sperare. E' ammesso alla scuola, ma anche ad Amici il banco gli va stretto: gli insegnanti non lo capiscono, è troppo esuberante e poco incline a seguire le regole ed a impegnarsi come dovrebbe. La commissione artistica decide di cacciarlo dalla scuola, ma lui vuole un’altra possibilità che, per fortuna, gli viene concessa. Le difficoltà sono molte, le stroncature lo demoralizzano parecchio, ma lo accompagnano e lo sostengono nella sua avventura le parole della mamma: “Marco nella vita si può cadere, ma non bisogna mai cedere. Se finirai in ginocchio rialzati e continua la tua strada”.
In questo periodo, evidentemente, il destino ha altri piani per Marco e gli regala Luca Jurman, il suo mentore che decide di diventare il suo professore “privato”. Luca crede fermamente in lui, nel suo timbro graffiato, nella sua voce soul tanto da mettersi contro gli altri insegnanti di canto. Diventa non solo il suo vocal coich, ma anche il suo maestro di vita riuscendo anche a colmare il vuoto lasciato da un padre mai conosciuto. Marco, durante i duri mesi di permanenza ad Amici mostra tutte le sue contraddizioni: è un eterno indeciso, ma ha un temperamento fiero e deciso, è orgoglioso e vuole terminare ciò che ha iniziato, è uno spirito libero che cerca le emozioni nella musica e nella voglia di affermarsi a qualsiasi costo, non vuole far pena alla gente e tiene la sua storia personale fuori della trasmissione. Sono le durissime lezioni a farlo crescere, il pubblico vedendo dei significativi cambiamenti in campo canoro e, vedendolo diverso da come si era presentato si innamora di lui, nascono le “cartine” (le sue fans) ed esplode la MARCOMANIA.
Marco, non particolarmente bello, con uno spiccato accento sardo, look comune, carattere spigoloso, si atteggia a duro per nascondere la sua fragilità, ma da brutto anatroccolo si trasforma in cigno dall’anima esile e malinconica che si rivela quando scoppia a piangere alla vista delle fotografie di lui , bambino, accanto alla madre. Il ricordo di mamma Monica, Marco lo porta stretto nel cuore, proprio come quel sassolino che lei aveva raccolto sulla spiaggia molti anni fa e che lui ha continuato a stringere tra le mani per tutta la finale.
E' stato definito “genio e sregolatezza” locuzione lusinghiera che fa ben sperare per la sua carriera. La sua vittoria da coraggio agli ultimi della classe, forse è anche per questo che è tanto amato, ma è amato anche per il suo sorriso, per la sua allegria contagiosa, perché quando canta fa venire la “pelle d’oca” ed emoziona fino alle lacrime, ed è amato perché nell’ora del trionfo ha gridato forte “grazie mamma”.
Un coro unanime si unisce a quel grido: “grazie mamma per averci donato il Tuo CUCCIOLO .

Marinablu

2 commenti:

fiamma63 ha detto...

PARAFRASANDO UNA FRASE FAMOSA, PARLANDO DI MARCO E' IL CASO DI DIRE:
DIETRO UN GRANDE ARTISTA C'E' SEMPRE UNA GRANDE FAMIGLIA!

Anonimo ha detto...

ciaoò..scs mi sai dire km si puo fare x diventare una kartina di marco??...grz rispondimi o lasciami il tuo kontatto kosi me lo potresti spiegare..cmq....Xkè TALENTI SI NASCE CM LUI IL MIGLIOR KANTANTE IN ASSOLUTO MARCOO cartaA ..sei mitiko un bacio a marcooo...tvtttb